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TESTIMONIANZE DI PIETRA
La monumentale fabbrica di Santa Sofia a piazza Abate Conforti
Care amiche e cari amici,
martedì 5 maggio, alle ore 16,30, nell’Aula Magna del Liceo T. Tasso, che ci ha così degnamente ospitati, si conclude il Progetto “Testimonianze di pietra” con il suo ciclo di incontri e di approfondimenti sui beni architettonici ed artistici di Salerno.
L’appuntamento conclusivo riguarderà il convento di Santa Sofia e la Chiesa dell’Addolorata, antica sede del Collegio dei Gesuiti, i quali, giunti a Salerno nell’ultimo decennio del Cinquecento, l’acquistarono per 2.200 ducati dalle monache benedettine, che ormai erano state già trasferite al convento di S. Giorgio.
La riflessione sulla storia del complesso religioso , che tanta importanza ebbe per la formazione scolastica dei salernitani, concluderà la ricognizione dei momenti più significativi della città di Salerno, colti in alcune importanti testimonianze di “ pietra”, costituite da edifici, chiese, giardini terrazzati, palazzi signorili ed illustrate nei contesti economico-
Si ritiene concluso, almeno per il momento, il Progetto di ricerca della comune identità dei salernitani che l’Associazione ADOREA ha avviato ai primi di novembre 2014 e che ha interesse a proseguire per recuperare la conoscenza, nelle sue forme più spontanee, civili e creative, della comunità e dei personaggi illustri, uomini e donne, che hanno contribuito a caratterizzarla.
Inoltre, è possibile tracciare un primo schema di tratti salienti di tale identità nelle seguenti caratteristiche:
1)gli interessi ed i progressi scientifici: dalle speculazioni della filosofia della Magna Grecia, quelle dei medici-
2)la vocazione mercantile: l’intraprendenza imprenditoriale, l’apertura agli scambi, la tensione verso nuovi mercati, il talento artigianale e creativo nelle lavorazioni dei tessuti, del ferro e del vetro, della ceramica, che hanno portato nei periodi di maggior fulgore, attraverso fiere e mercati famosi nel Mediterraneo, ricchezza e prosperità alla città e al suo hinterland;
3)l’essere stata periferia autonoma dalle Corti: sempre un po’ distaccata rispetto alla Corti che si sono succedute a Napoli o altrove, Salerno ha sviluppato manifatture originali ( alimentari, tessili, ceramiche), commerci autonomi ( con porti mediterranei e nordafricani) e scambi con l’estero (con l’oriente e l’Europa), traendone conoscenze e tecniche non mediate dal centro e sviluppando una cultura del “ Fare” nelle arti e nelle professioni che l’ hanno distinta dalla prevalente cultura cortigiana della “ Guerra”.
Dei Gesuiti, del complesso di Santa Sofia e degli affreschi presenti nella struttura, potremo discutere il prossimo 5 maggio insieme al critico d’arte Carmine Tavarone ed allo storico Carmelo Currò, ospiti dell’incontro, ma, si spera, anche oltre, dal momento che la discussione è sempre stata aperta al pubblico.
Un caro saluto da Vittoria e Mariapina
INVITO